Ad oggi almeno un lavoratore su due utilizza il videoterminale nel corso della sua giornata lavorativa.

Pc, tablet, smartphone vengono utilizzati intensivamente anche nella propria vita extra-lavorativa, incrementando ulteriormente l’eventuale monte ore già trascorso davanti ad uno schermo.

Quali sono i disturbi associati al lavoro a videoterminale?

I lavoratori che fanno uso sistematico e abituale di queste attrezzature, prima o poi, finiscono per lamentare disturbi di natura fisica o psichica associati ai videoterminali: stanchezza agli occhi, visione sfuocata, mal di testa, fatica mentale, dolori alle spalle, al collo, ecc.

In generale è possibile associare al videoterminale tre potenziali conseguenze per la salute:

  • Disturbi all’apparato muscolo-scheletrico (colonna vertebrale e arti superiori in particolare);
  • Disturbi a occhi e vista;
  • Disturbi da stress.

Le cause

Frequentemente questi problemi derivano da una combinazione di cattiva progettazione del lavoro e dell’ambiente destinato al videoterminalista, ma non meno rilevante è l’impatto di convinzioni personali (per es. lavorare a luci spente) e cattive abitudini, in particolare quelle legate alla postura come per esempio:

  • Lavorare a gambe incrociate per molto tempo;
  • Mantenere una posizione sdraiata sul sedile;
  • Non lasciare spazio sufficiente sul piano per appoggiare i polsi.

Anche errate abitudini alimentari ed uno stile di vita molto sedentario influiscono negativamente sulle condizioni generali di salute dei videoterminalisti.

I ricercatori hanno calcolato che per ridurre gli effetti negativi di ogni ora/giorno trascorsa in posizione assisa, sarebbe necessario far corrispondere almeno 15 minuti/giorno di attività fisica moderata.

Il diritto alla pausa

L’art. 175 D.Lgs. 81/08 disciplina lo svolgimento quotidiano del lavoro e identifica tempi e modalità delle pause previste per il lavoratore che utilizza un videoterminale in modo sistematico e abituale per 20 ore settimanali.

Il videoterminalista ha pertanto diritto ad una interruzione della sua attività mediante pause ovvero cambiamenti di attività, che sono stabilite dalla contrattazione collettiva anche aziendale.

In assenza di disposizioni, il lavoratore ha comunque diritto ad una pausa di 15 minuti ogni 120 di applicazione continuativa al videoterminale.

Non è possibile cumulare le interruzioni previste all’inizio ed al termine dell’orario di lavoro ed eventuali tempi di attesa della risposta da parte del sistema elettronico, non possono essere considerate interruzioni del lavoro poiché il lavoratore non può abbandonare la postazione.

L’importanza di “staccare”

L’interruzione dal lavoro a videoterminale deve poter garantire in particolare:

  • Un effettivo riposo dell’apparato visivo;
  • Delle strutture muscolari e tendinee degli arti superiori impegnate in movimenti ripetitivi;
  • Un cambiamento posturale che consenta di modificare la postura assisa.

L’interruzione non è da intendersi necessariamente con un periodo di inattività: potrà coincidere anche con una “pausa attiva”, cioè con lo svolgimento di un altro tipo di operazione (senza un pc) che rispetti i parametri sopra menzionati.

Visto che le pause sono concepite per tutelare la vista e la postura del dipendente, se il datore nega il diritto alla pausa di 15 minuti rischia pesanti sanzioni.

Quale formazione per videoterminalisti

La formazione in materia per il lavoratore rientra in quella prevista dall’Accordo della Conferenza Stato-Regioni del 21 dicembre 2011.

La formazione e l’informazione sono previste anche in questo caso solo per coloro che superino la soglia delle 20 ore settimanali di lavoro su un’attrezzatura munita di VDT (videoterminale).

I corsi per videoterminalisti possono tenersi sia in presenza che in e-learning.

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22 Feb 2022 | Normativa

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