La crescente digitalizzazione ha profonde conseguenze sul lavoro nelle economie moderne. Quali sono i rischi e le opportunità delle tecnologie digitali sul lavoro e quali ripercussioni hanno sulla salute del lavoratore?
IL TECNOSTRESS: DEFINIZIONE
Per molto tempo, gli studi sullo stress correlato al lavoro si sono concentrati si fattori associati alle abilità richieste a lavoro, le relazioni sociali con clienti, colleghi o superiori, l’organizzazione del tempo di lavoro o della tipologia contrattuale.
La tecnologia come fonte di stress non è stata oggetto di ricerca per un lungo periodo, cioè fino all’avvento della trasformazione digitale degli agli anni ’80 e ’90.
Uno dei primi accademici ad intuire un legame tra tecnologia e stress è stato lo psicologo americano Craig Broad.
Nel 1984 egli introduce il termine “tecnostress” per definire una…
def. Risposta psicologica negativa dell’individuo causata dall’«incapacità di far fronte o trattare le informazioni e le nuove tecnologie di comunicazione in modo sano ».
Negli ultimi decenni, le nuove tecnologie ICT hanno prodotto un cambiamento strutturale nel modo di lavorare e nella cultura del lavoro.
- Hanno modificato le modalità con cui ci relazioniamo, comunichiamo e svolgiamo determinate azioni (per esempio, messaggi invece che incontri di persona);
- Hanno creato la richiesta di nuove qualifiche, contemporaneamente alla scomparsa di altre figure professionali;
- Hanno posto i lavoratori di fronte a dosi crescenti di informazioni da gestire;
- Hanno determinato cambiamenti sempre più frequenti nelle funzioni da svolgere e abilità da acquisire;
- Software e robotica hanno innovato la produzione di beni e servizi;
Tutto questo ha impattato enormemente sugli individui e sulla loro vita privata e lavorativa.
TECNOSTRESS: SINTOMI E RISCHI PER IL LAVORATORE
La pervasività delle tecnologie, ci spinge a restare sempre connessi e ad essere multitasking, cioè tenere a mente e gestire più attività contemporaneamente, arrivando a generare una vera e propria dipendenza.
Uno studio del British Psychological Society’s Division of Occupational Psychology, (2011) su 100 volontari, studenti e professionisti che usano per molte ore al giorno il loro smartphone, ha verificato che la dipendenza era tale che i soggetti sentivano vibrare l’apparecchio nella tasca anche quando questo non avveniva.
Sul piano della produttività lo studio rileva un aumento delle interruzioni del lavoro e delle probabilità di errore, mentre le conseguenze sul lavoratore coinvolgono diversi aspetti:
- Reazioni fisiologiche (problemi alla schiena, indebolimento de sistema immunitario, ulcere peptiche, disturbi cardiovascolari, ipertensione, cefalee).
- Reazioni psicologiche (irritabilità, ansia, disturbi del sonno, depressione, ipocondria, spossatezza);
- Reazioni cognitive (difficoltà di concentrazione, perdita della memoria, ridotta capacità decisionale);
- Reazioni comportamentali (repulsione verso le tecnologie, sottovalutazione della loro importanza, scarsa propensione al loro apprendimento, problemi relazionali con la famiglia, alimentazione compulsiva, abuso di alcool o tabacco…);
È dimostrato, inoltre, che un sovraccarico di lavoro e la flessibilità indotta dall’uso delle nuove tecnologie, per cui spesso si sceglie di lavorare a casa propria, aumentano i casi di conflitto tra vita privata e lavoro.
La richiesta di trattare una grande quantità di informazioni provenienti da fonti tecnologiche diverse e i gli aggiornamenti di software e hardware che impongono uno sforzo cognitivo costante, generano una condizione di stress.
TECNOSTRESS: I RISCHI PER L’AZIENDA
I disturbi che abbiamo elencato, causando danni e disagi al lavoratore, costituiscono anche una minaccia per l’attività aziendale, nonché costi aggiuntivi:
- Assenteismo
- Turnover
- Aumento costi di sostituzione del personale
- Burn-out
- Problemi disciplinari
- Errori
- Infortuni
- Produttività ridotta
- Maggiori spese mediche
- Danni all’immagine aziendale
- Rallentamenti nei processi decisionali

QUANDO LA TECNOLOGIA IN UN AMBIENTE DI LAVORO È UN’OPPORTUNITÀ
App, servizi Web, Internet consentono di lavorare in maniera continuativa e non necessariamente solo dal luogo fisico di lavoro (Smart Working).
Un crescente numero di studi suggerisce che se il lavoro attraverso supporti digitali è ben progettato, può essere vettore di benessere per il lavoratore, perché ottimizza l’organizzazione del lavoro e permette maggiore flessibilità. Inoltre accresce il controllo e l’autonomia a lavoro, e permette di conciliare meglio vita privata e tempo di lavoro.
LE SOLUZIONI
Come può agire un’organizzazione? Sostenendo le innovazioni tecnologiche attraverso un’adeguata formazione del personale, introducendo cambiamenti nella struttura aziendale e nei processi organizzativi e ricercando personale più qualificato.
Come fare? La soluzione migliore è frequentare un corso specifico, tenuto da professionisti del settore.
Slancia ha attivato un corso specifico per la gestione del tecnostress, in cui gli allievi imparano a riconoscere cause e sintomi, nonché ad agire per affrontare e risolvere situazioni di tecnostress nell’ambiente di lavoro.
Corso Slancia: il Tecnostress
- Concetto di stress positivo e stress negativo nel contesto lavorativo;
- Definizione e presentazione del technostress come rischio emergente;
- Dati epidemiologici, cause e fattori scatenanti del technostress;
- 1 ESERCITAZIONE: analisi del rischio technostress nelle mansioni dei singoli partecipanti;
- Soluzioni possibili: individuali ed organizzative;
- 2 ESERCITAZIONE: individuazione di possibili soluzioni nel contesto lavorativo dei singoli partecipanti;
- Cenni di strategie individuali su come trasformare lo stress negativo in positivo.
- Corso valido come aggiornamento per le figure di RSPP , ASPP e RLS
Il corso, della durata di 4 ore, è valido anche come aggiornamento per le figure di RSPP (Responsabile del servizio di prevenzione e protezione), ASPP (Addetto al Servizio Prevenzione e Protezione) e RLS (Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza).

